Durante gli sforzi di resistenza, la caffeina aiuta l'organismo ad utilizzare il grasso come combustibile, in modo da non bruciare le riserve di carboidrati più rapidamente. La caffeina aumenta il contenuto di calcio del muscolo, che esalta la forza della contrazione muscolare. Inoltre, molti studi sembrano testimoniare la capacità della sostanza di migliorare la lucidità mentale e la memoria nelle persone stressate dallo scarso riposo.
Conoscere la dose
Se si assume la caffeina da cibi, bevande, o integratori, 1,36-2,72 milligrammi per chilo è sono dosi più che efficaci. Per ottenere i migliori risultati, è consigliabile assumere circa il 40-50% della vostra quantità desiderata un'ora prima dell’evento e consumare il resto durante la successiva attività. In commercio, oggi, esistono diversi integratori che contengono caffeina nella loro composizione.
Sostanza naturale, non dopante
Abbiamo quindi visto che la caffeina può dare dei significativi benefici a chi fa sport di resistenza e, per tale motivo, nel 1984 il CIO la mise fuori legge, almeno a certi livelli. La caffeina veniva rilevata attraverso un campione di urine preso dopo la gara e, se la quantità risultava essere superiore ai 12 mg/ ml, si era positivi al test antidoping. Questo livello si raggiunge ingerendo circa 1200 mg di caffeina (che, sotto forma di caffè, equivale a 10/12 tazze di espresso). Colgan riferisce che ai Giochi Olimpici del 1984 la squadra ciclistica U.S.A attendeva uno stock di graziose supposte rosa ma furono bloccate in tempo; gni supposta conteneva più di 3000 mg di caffeina. Dal 2004 la caffeina non è più presente nella lista WADA delle sostanze dopanti.
Si precisa inoltre che nella caffeina ingerita, solo tra lo 0,5% e il 3% compare nelle urine. La maggior parte è metabolizzata dal fegato, con variazioni individuali relativamente grandi.
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